La Rivoluzione del 1974, un tumulto epocale che sconvolse l'Impero Etiopico e mise fine ad una dinastia millenaria

La Rivoluzione del 1974, un tumulto epocale che sconvolse l'Impero Etiopico e mise fine ad una dinastia millenaria

L’Etiopia, terra di antichi regni, miti leggendari e civiltà millenarie, ha conosciuto nel corso della sua storia un’infinita serie di cambiamenti drammatici. Tra questi, la Rivoluzione del 1974 spicca per la sua violenza e l’impatto profondo che ebbe sulla struttura sociale, politica ed economica del paese. Questo evento epocale segnò la fine dell’Impero etiopico, guidato dalla dinastia Solomonica per oltre tremila anni, e aprì la strada a un nuovo regime socialista con implicazioni tutt’oggi dibattute.

Per comprendere appieno il contesto storico in cui si inserisce la Rivoluzione del 1974, è fondamentale analizzare le tensioni sociali ed economiche che attraversavano l’Etiopia negli anni precedenti. La modernizzazione accelerata promossa dall’imperatore Hailé Selassié I, pur portando progressi significativi in alcuni settori, non riuscì a colmare il divario crescente tra la popolazione urbana e quella rurale, lasciando quest’ultima in condizioni di povertà e marginalità.

La Rivoluzione del 1974 fu innescata da una serie di fattori: l’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, unito alla carenza cronica di lavoro, generò malcontento diffuso tra le masse popolari. Contemporaneamente, la repressione politica e la limitazione della libertà d’espressione acuirono il sentimento di frustrazione e alienazione, soprattutto tra gli studenti universitari e i militari di rango inferiore, che vedevano in Hailé Selassié I un sovrano arroccato nella sua corte imperiale e distante dalle reali esigenze del popolo.

La figura chiave: Tewodros II

Nel panorama storico etiopico, emerge una figura cruciale per comprendere l’evoluzione del paese verso la modernità: Tewodros II, imperatore dal 1855 al 1868. Conosciuto come il “padre dell’Etiopia moderna”, Tewodros II fu un sovrano riformista che si pose l’obiettivo di centralizzare il potere imperiale e modernizzare le strutture statali.

Fu lui a mettere in discussione la tradizionale struttura feudale, imponendo un sistema burocratico più efficiente e introducendo nuove tecnologie militari per rafforzare l’esercito etiopico. Tewodros II cercò inoltre di stringere relazioni diplomatiche con le potenze europee, inviando emissari in Inghilterra e Francia, sperando di ottenere supporto economico e militare per consolidare il suo potere e costruire un forte stato-nazione etiopico.

Tuttavia, la sua politica centralizzatrice e le sue ambizioni espansionistiche incontrarono resistenza da parte delle nobiliti locali e dei governatori provinciali, che vedevano minacciati i propri privilegi. La crescente opposizione interna fu poi aggravata dalla guerra contro gli inglesi nel 1868, un conflitto in cui Tewodros II si trovò isolato e sconfitto. La sua morte, avvenuta per suicidio durante l’assedio britannico nella fortezza di Magdala, segnò la fine di una fase cruciale nella storia dell’Etiopia e lasciò il paese in uno stato di instabilità politica.

L’eredità di Tewodros II e la Rivoluzione del 1974

La rivoluzione del 1974, pur apparendo come un evento improvviso e violento, può essere interpretata anche alla luce dell’eredità lasciata da Tewodros II. Le sue riforme, che miravano a modernizzare l’Etiopia e creare uno stato forte e centralizzato, avevano aperto una breccia nella tradizionale struttura sociale e politica del paese.

Le tensioni generate dalle trasformazioni operate da Tewodros II continuarono a manifestarsi per decenni, alimentando il malcontento popolare e preparando il terreno per la rivoluzione del 1974. In questo senso, si può dire che la Rivoluzione del 1974 fu in parte una conseguenza delle profonde trasformazioni sociali e politiche avviate da Tewodros II nel XIX secolo, un sovrano visionario che cercò di guidare l’Etiopia verso una nuova era ma che finì per scatenare forze incontrollabili.

La Rivoluzione del 1974, pur mettendo fine all’Impero etiopico, non riuscì a portare la pace e la stabilità tanto agognate dal popolo. Il nuovo regime socialista, caratterizzato da una forte ideologia marxista-leninista, si trovò ad affrontare una serie di sfide: l’economia etiopica rimase debole e in crisi; le tensioni etniche e regionali, invece di essere mitigate, si intensificarono ulteriormente.

In conclusione, la Rivoluzione del 1974 rappresenta un punto di svolta nella storia dell’Etiopia, un momento di profonde trasformazioni che hanno segnato la fine di un’era millenaria e l’inizio di una nuova fase politica e sociale. La figura di Tewodros II, sovrano riformista che cercò di modernizzare l’Etiopia nel XIX secolo, appare in retrospettiva come un precursore delle trasformazioni che avrebbero scosso il paese nel XX secolo.